È venuto in visita presso la nostra sede, il Presidente Piero Grasso. E come abbiamo avuto già modo di sottolineare ai diversi leader e rappresentanti di partito che hanno voluto incontrarci e confrontarsi sul percorso che da anni portiamo avanti sul territorio, che rimane fuori da dispute partitico elettorali, non si può chiedere a commercianti e imprenditori di denunciare se dall’alto non proviene il buon esempio.
Il tema della “qualità del consenso” – come raccontava Libero Grassi prima di essere assassinato – e di come evitare “cattive raccolte di voti” perché a queste corrispondono “cattive leggi” e “cattiva democrazia”, continua ad essere tanto proclamato quanto poco praticato. Per questo l’appello va ai partiti, affinché scelgano soggetti onesti e competenti, in occasione della prossima tornata elettorale. Le inchieste che sono emerse nelle ultime settimane in Sicilia e che investono diverse compagini e rappresentanti politici non sono purtroppo una novità e ci auguriamo siano un monito affinché su questo punto intraprenda un’inversione di tendenza. I cittadini che ricoprono funzioni pubbliche – prescrive la Costituzione – sono chiamati ad adempierle con disciplina e onore. Questo è ciò che ci auguriamo avvenga.
Poi c’è l’argomento banche e il loro atteggiamento, spesso ostile, nei confronti degli operatori economici che maturano la forza e il coraggio di liberarsi da estorsioni e da condizionamenti mafiosi. Ci sono esercenti, artigiani e imprenditori che riescono ad affrancarsi dalla criminalità organizzata e dopo però vengono messi in ginocchio proprio dagli istituti di credito. Banche che invece di sostenere chi fa scelte di denuncia, sono più attente ai loro profitti, nonostante i miliardi di euro ricevuti dalla Banca Centrale Europea per far ripartire l’economia sana e reale. Rispetto a tutto ciò la politica è rimasta con le mani in mano, nonostante la funzione del credito sia tutelata dalla Costituzione.
Infine, ma non perché meno importante, non è possibile parlare di legalità se il contesto sociale dove operiamo risulta pesantemente investito da gravi povertà economiche ed educative. Sono troppe le famiglie e i ragazzi, come molti di quelli di piazza Magione, con cui lavoriamo assieme alla scuola del quartiere e ad altre realtà associative, che non hanno un tetto sopra la testa; tante quelle che, pur avendone uno di fortuna, non riescono a fare fronte ai bisogni essenziali, come quello al lavoro. Sono diversi i quartieri della città e del Paese dove dispersione scolastica, degrado sociale e disoccupazione sono oramai fenomeni strutturali. E in questi anni le risposte della politica sono state deludenti sino al punto che fiducia e credibilità di tanti cittadini sono precipitate. Molta gente non crede più all’idea che le cose possano cambiare e quindi migliorare. Per questo porre in essere, una volta e per tutte, interventi concreti per superare povertà educativa, degrado sociale e crisi economica, oltre gli slogan elettorali e i fiumi di parole che inondano in questo periodo il Paese, costituiscono la base di partenza per andare oltre ogni forma di illegalità e poter raggiungere l’uguaglianza dei diritti sancita dalla nostra Costituzione. E che il diritto alla vita e alla giustizia sia garantito a tutte e a tutti, anche ai nostri fratelli migranti.
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