Dicevi “potrebbero essere i miei nipoti”, e con quel tono garbato ma fermo ci hai insegnato che non basta indignarsi: bisogna prendere posizione.
A nove anni dalla tua scomparsa, vogliamo continuare a ricordarti così: con le parole semplici, con lo sguardo dolce ma deciso, con quella forza mite che sapeva farsi ascoltare.
Non sempre siamo stati all’altezza della tua intelligenza vivace, della tua ironia sottile, della tua tenace umanità. Ma il tuo esempio resta: nei percorsi di memoria e impegno, nella capacità di trasformare il dolore in azione collettiva.
Ripubblichiamo oggi un’intervista che rilasciasti in occasione del ventesimo anniversario dell’omicidio di Libero.
Le tue parole continuano ad accompagnarci. Grazie, nonna.