La relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia su dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso mostra la struttura, le attività e lo “stato di salute” delle organizzazioni criminali, tra le quali Cosa Nostra.
Se da un lato l’attività repressiva ha decisamente indebolito l’organizzazione mafiosa, dall’altro un tessuto sociale disponibile al compromesso e alla corruzione ha agevolato la trasformazione di essa in un fenomeno ancor più inquinante: se infatti la milizia armata serve per il controllo del territorio, adesso le infiltrazioni mafiose sono in ogni ambito della società civile.
Laddove non riesce l’infiltrazione, la corruzione è il metodo migliore di approccio. “Con la corruzione Cosa Nostra riesce a condizionare sia la burocrazia che la politica ed ottiene più efficacemente i suoi scopi, riuscendo ad accaparrarsi, con imprese schermate da interposizioni fittizie, gli appalti pubblici che più le interessano. Il fenomeno è diffuso specialmente ai minori livelli amministrativi.”
Nonostante la struttura attualmente fragile dell’organizzazione, forte rimane il controllo sul territorio e sull’economia dell’isola.
“Si registra il preminente interesse dell’organizzazione mafiosa ad acquisire e mantenere il totale monopolio del mercato – estremamente remunerativo – delle sostanze stupefacenti, in stretto collegamento, per le esigenze di approvvigionamento, con altre organizzazioni criminali italiane ed estere.
Ma il dato più significativo è rappresentato dalla permanente e molto attiva opera di infiltrazione, da parte di “Cosa Nostra”, in ogni settore dell’attività economica e finanziaria, che consenta il fruttuoso reinvestimento dei proventi illeciti, oltre che nei meccanismi di funzionamento della Pubblica Amministrazione, in particolare nell’ambito degli Enti Locali. Ciò ha ricevuto significativa conferma, nel corso dell’ultimo anno, da indagini che hanno posto in luce il sostanziale asservimento all’organizzazione di esponenti del mondo delle professioni, dell’imprenditoria, dell’intermediazione finanziaria.”
Si conferma da tale analisi la struttura unitaria e piramidale e il mantenimento delle tradizionali regole interne che caratterizzano Cosa Nostra. “Tali informazioni smentiscono ancora una volta, ove fosse necessario, talune indicazioni operate da altri osservatori del fenomeno mafioso che teorizzano una sorta di “camorrizzazione” dell’organizzazione mafiosa “Cosa Nostra” ed un suo inarrestabile declino (senza peraltro neppure conoscere a fondo le camorre).”
I principali settori criminali di Cosa Nostra sono diversi. Il traffico di stupefacenti è sicuramente una fonte di introiti importante, e Palermo costituisce il bacino di approvvigionamento per tutta la Sicilia. Lo smercio avviene nelle zone di aggregazione giovanile o in quartieri come lo Zen, e partecipano a questa attività specialmente extracomunitari di origine africana. I corrieri arrivano principalmente dalla Calabria e dalla Campania. Sul territorio regionale sono sparse diverse migliaia di coltivazioni, curate in maniera sempre più professionale, tuttavia la quantità prodotta non è sufficiente e la qualità non è tra le migliori.
L’usura è un altro dei principali metodi di guadagno, in quanto un limitato ricorso ai pagamenti elettronici e l’uso eccessivo del contante, con la conseguente impossibilità di controllarne la tracciabilità, impedisce l’emersione del sommerso e dei capitali illecitamente acquisiti, favorendone la concentrazione in ulteriori attività illegali.
Infine, “Le pratiche estorsive costituiscono momento fondamentale di affermazione di cosa nostra sul territorio, nonché fonte primaria di percezione di proventi illeciti da destinare principalmente al sostentamento degli affiliati.”
Bisogna distinguere l’estorsione a piccole realtà e a grandi imprese. Nel caso di grandi gruppi industriali, le estorsioni si configurano come imposizione di materiali e forniture o all’assunzione di manodopera forzata.
Con l’estorsione viene a crearsi una fiscalità parallela a quella dello stato, e quindi porta gravi conseguenze sull’economia nazionale. “Il fenomeno è in espansione, poiché, a causa degli alti costi assicurativi, per molti proibitivi, i piccoli proprietari rinunciano all’assicurazione, anche contro il furto, e preferiscono correre un rischio in proprio, salvo poi ricorrere al pagamento del riscatto.”
Anche se il consenso sociale di cui un tempo godeva cosa nostra è stato in parte eroso e vanno moltiplicandosi segnali di ribellione al racket, oggigiorno un pesante clima di omertà induce le vittime di estorsioni, che si sentono isolate, a non denunciare il reato e a negarne l’esistenza anche dopo che il delitto è stato accertato e ne sono stati identificati i responsabili.
Approfondisci:
RELAZIONE DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (Cosa Nostra, da pagina 39 a 56 e Palermo da pagina 776 a 794)