Sentenza processo Metus: riconosciuto il ruolo dell’unica vittima denunciante supportata da Addiopizzo

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Si è concluso oggi, in primo grado, il processo Metus sulle estorsioni perpetrate nella borgata marinara palermitana di Sferracavallo. Nel procedimento, Addiopizzo era costituita parte civile insieme all’unica vittima denunciante che, con l’ausilio dell’associazione, si era liberata dal fenomeno del racket delle estorsioni.
Una vicenda dalla quale, poco più di un anno e mezzo fa, erano emerse le imposizioni di servizi di vigilanza in alcuni locali di Sferracavallo e di forniture di pesce e frutti di mare a diversi ristoranti.
Nel processo è risultata determinante la costituzione di parte civile della nostra associazione e quella dell’unico commerciante denunciante, che con l’ausilio di Addiopizzo si è liberato dal fenomeno del racket delle estorsioni.

È stato grazie a un percorso di ascolto e sostegno, portato avanti assieme alla vittima, che è maturata e si è consolidata la scelta di opporsi e non piegarsi alle richieste di estorsione.
Una storia che conferma come si sia oramai creato un sistema di tutela e supporto in grado di assicurare le condizioni migliori a chi denuncia.

Tuttavia, se si vuole imprimere una svolta decisiva per superare fenomeni criminali ed estorsivi, occorre che la politica, a vari livelli, investa per risanare le profonde sacche di povertà e degrado che investono la città, da cui si generano fenomeni di devianza e dove diritti fondamentali come quello alla casa, al lavoro, all’istruzione e alla salute restano un miraggio per molti.

Non ci si può più affidare soltanto al lavoro di magistrati e forze dell’ordine, ma occorre che chi governa e amministra crei un’alternativa sociale ed economica a Cosa nostra.

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