Con i giovani della Kalsa alla scoperta del bunkerino

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Ieri pomeriggio un nuovo appuntamento del percorso “Dentro e fuori la piazza”, che Addiopizzo propone da molti anni a bambini e bambine con cui svolge diverse attività di inclusione sociale

Per la prima volta i nostri operatori e volontari hanno accompagnato i giovani della Kalsa all’interno del “Bunkerino”, uno spazio inaugurato nel 2016 all’interno del palazzo di giustizia di Palermo, nelle stanze blindate dove i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino lavorarono insieme per molti anni. Un luogo di memoria, incontro e riflessione aperto alla città e in particolare ai giovani grazie all’instancabile lavoro degli animatori della fondazione Progetto Legalità.

Proprio per questo abbiamo scelto di condividere quest’esperienza con i bambini e le bambine con cui quotidianamente siamo impegnati in azioni di prevenzione e contrasto a fenomeni di devianza.

Siamo convinti che fare memoria sia un esercizio fondamentale per tutti, ma soprattutto per ragazzi che oggi vivono in un contesto, sicuramente molto diverso da quello degli anni ’90, dove in assenza di alternative sociali ed economiche sane per molti, rischiano, a volte, di perdersi perché attratti da guadagni facili e fenomeni di illegalità diffusa.

Ed è proprio questo quello che facciamo da molti anni, lavorare per creare delle alternative alla Kalsa che passano dalla condivisione con giovani e famiglie del quartiere di momenti e percorsi di aggregazione nell’ambito dell’esplorazione e della rigenerazione urbana, dello sport, del supporto scolastico e dell’inserimento lavorativo.

Ieri abbiamo potuto rivivere insieme le storie dei giudici Falcone e Borsellino, vedere con i nostri occhi i luoghi dove trascorrevano la maggior parte delle loro giornate, respirare la tensione e le emozioni che provavano. Abbiamo parlato non solo di lotta alla mafia ma anche di sacrificio e senso del dovere.

In una società dove le scorciatoie sono spesso preferite al rispetto delle regole, dove i giovani incontrano serie difficoltà a crearsi un futuro perché ancora oggi diritti fondamentali come quello all’istruzione, alla casa, alla salute e al lavoro sono un miraggio per tanti, restiamo convinti che la legalità per essere sostenibile deve essere anche connotata da giustizia sociale, proprio come ci insegna la storia dei magistrati Falcone e Borsellino.

 

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