Memoria e Impegno, ricordando Paolo Giaccone esempio di coraggio e coerenza

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11 Agosto 2025

L’11 agosto 1982, nel caldo afoso di Palermo, il professore Paolo Giaccone, medico legale di 53 anni, varcava come ogni mattina i corridoi dell’Ospedale Policlinico, ignaro del destino che lo attendeva.

Docente stimato dell’Università di Palermo, aveva costruito la propria carriera su una vasta conoscenza in balistica e dattiloscopia, diventando punto di riferimento per magistrati e investigatori.

Il suo rigore emerse soprattutto durante l’inchiesta sulla sparatoria di Bagheria, avvenuta il 25 dicembre 1981, in cui morirono quattro persone. L’impronta rilevata su un’auto era l’unica prova concreta contro i responsabili, appartenenti alla famiglia mafiosa di Corso dei mille.

Nonostante le pressioni per alterare i risultati, Giaccone rifiutò di falsificare la perizia: la scienza doveva restare neutrale, libera da condizionamenti esterni.

Le minacce si fecero più gravi finché tre uomini armati di fucile a pompa lo uccisero all’ingresso dell’ospedale, sotto gli occhi dei colleghi.

Oggi il Policlinico porta il suo nome e nelle aule universitarie il suo esempio ricorda agli studenti quanto possa contare ogni singolo dettaglio per fare luce sulla verità. Ricordare Paolo Giaccone significa mantenere viva la memoria di chi sfidò la mafia con la forza dei fatti e del metodo scientifico. Un richiamo a non voltarsi dall’altra parte e a coltivare, sempre, il coraggio civile.

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