Il primo maggio del 1947 si tornava a celebrare la festa dei lavoratori, il duce l’aveva spostata al 21 aprile.
I contadini avevano invaso la vallata per festeggiare l’avanzata del Blocco del popolo (Psi-Pci) nell’Assemblea Regionale Siciliana e per protestare contro i latifondisti. Dalle colline circostanti delle raffiche di mitra uccisero 11 persone e ne ferirono altre 27.
La Cgil proclamò lo sciopero generale. Tutti pensarono ai latifondisti. Dopo quattro mesi si scoprì che i responsabili furono gli uomini del bandito siciliano Salvatore Giuliano, braccio armato della mafia.
“A Portella, e da Portella in poi, democrazia bloccata e doppio Stato sono il frutto dell’interazione tra due processi: l’istituzionalizzazione della violenza criminale (banditismo e mafia) e la criminalizzazione delle istituzioni (cioè l’uso di modalità criminali da parte di soggetti istituzionali), per cui si configura una simbiosi dinamica tra criminalità istituzionalizzata e istituzioni criminali che permarrà, con i necessari adattamenti, per tutto il corso della «prima Repubblica».”