Pietro si laurea giovanissimo e a soli 22 anni entra in magistratura. Una straordinaria capacità di indagare, grande rigore morale e conoscenza delle dinamiche mafiose gli garantiscono una brillante carriera che lo portano nel ‘47 a divenire sostituto procuratore alla Procura di Palermo, dove seguirà i più importanti processi di mafia del tempo. Nel 1950 segue il processo per la strage di Portella della Ginestra, si dedica poi a processi storici come quello per l’omicidio di Salvatore Carnevale, così come si occupa dell’omicidio di Placido Rizzotto.
Nel 1962 viene nominato procuratore della Repubblica di Palermo ed è a capo delle indagini più decisive contro la mafia.
La mattina del 5 maggio 1971 Pietro Scaglione si reca insieme al suo agente di custodia Antonio Lorusso al cimitero dei cappuccini per fare visita alla moglie, quando entrambi vengono raggiunti dai colpi di pistole calibro 9 e 38 special. Per i due non ci fu scampo. Erano gli ultimi giorni per il procuratore a Palermo: aveva ricevuto l’incarico per Procuratore Generale a Lecce. Ancora oggi, a distanza di 50 anni, nonostante lunghe e articolate indagini e numerose piste battute dagli inquirenti, non sono ancora noti autori e mandanti di questo omicidio “eccellente”.
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