Ricorre oggi il quindicesimo anniversario dell’omicidio di Domenico Noviello, l’imprenditore ucciso a Castel Volturno dall’ala stragista dei Casalesi guidata da Giuseppe Setola nel 2008; fu il secondo delitto di sangue della cosiddetta stagione del terrore, che nel Casertano costò 18 morti, tra cui i sei ghanesi della strage avvenuta sempre a Castel Volturno.
Domenico Noviello gestiva un’autoscuola a Castel Volturno. Nel 2001 aveva denunciato un tentativo di estorsione da parte del clan Bidognetti. Le sue dichiarazioni contribuirono a far condannare diversi camorristi, diventando un esempio per altri imprenditori che, dopo di lui, cominciarono a ribellarsi alle richieste estorsive.
Vogliamo ricordarlo con le parole di Massimiliano, uno dei quattro figli di Domenico Noviello:
“Mio padre non era uno che combatteva contro i mulini a vento. Non era neppure un eroe. Era un uomo che aveva molta dignità. Si è solo rifiutato di piegarsi alla legge dei violenti. Lo ha fatto per potersi guardare allo specchio e non provare vergogna. Lo ha fatto per non sentirsi umiliato.”
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