Quello che è accaduto il 23 maggio a Palermo ci suscita sentimenti di sconfitta e sconforto. Restiamo convinti che l’inclusione e la pluralità, oltre le appartenenze partitico politiche e associative, debbano restare una delle cifre caratterizzanti momenti come quello come quello del 23 maggio.
A tal proposito vogliamo condividere le parole di molti insegnanti palermitani che da tanti anni lavorano sul territorio per costruire una comunità educativa inclusiva.
“Il 23 maggio 2023 a Palermo, forse per la prima volta nella storia delle manifestazioni antimafia, ad un gruppo di cittadini, tra cui molti studenti e studentesse della scuola secondaria superiore e dell’Università, sindacalisti, membri di varie associazioni del terzo settore, comuni cittadini e cittadine non è stato consentito di esprimere liberamente, così come previsto dal primo comma dell’art. 21 della Costituzione, il loro punto di vista in merito al pericolo di infiltrazioni mafiose in luoghi decisionali del nostro Paese e alla nuova pericolosissima fase di “sommersione” delle mafie.
Siamo docenti che fanno attività educativa antimafia nel contesto del No Mafia Memorial e in molti altri ambiti. Giornalmente ci battiamo affinché i nostri giovani maturino un pensiero critico e autonomo ed esercitino la libertà di espressione nel rispetto della diversità di opinioni”.
Tratto dal documento di un gruppo di ottanta professori siciliani, sui fatti del 23 maggio: “Sdegno per il maldestro tentativo politico che ha costretto la polizia ad intervenire”
Fonte: La Repubblica