Il 3 novembre 1915 nell’allora via Tribuna fu assassinato il sindaco di Corleone Bernardino Verro.
Verro fu uno dei dirigenti regionali di quel movimento contadino dei Fasci Siciliani che nacque in Sicilia nel 1892 e fu represso dallo Stato Italiano nel 1894.
Questo movimento non era un movimento rivoluzionario ma chiedeva una miglioria delle condizioni dei contratti agrari.
Era la Sicilia dove se il feudo era stato abolito nel 1812, il latifondo era il sistema produttivo in mano agli agrari siciliani. Ma tra agrari e contadini vi era una figura che aveva un enorme potere, questi erano i gabelloti. Questi erano una borghesia imprenditoriale che prendevano in affitto enormi distese di terreni dagli agrari e li subaffittavano ai contadini. Vi era un vero e proprio sfruttamento dei contadini che a fine raccolto non avevano nulla per sfamare le proprie famiglie. Ma il gabelloto oltre ad essere un intermediario era anche colui il quale aveva una forza militare, controllava le campagne, era la mafia di allora.
Verro come tanti dirigenti finì in carcere. Dopo essere uscito e dopo essere andato fuori dalla Sicilia ritornò nei primi del ‘900 con un’idea geniale: costituire cooperative di contadini con le quali ottenere direttamente i terreni dagli agrari senza avere come intermediario il gabelloto. Lotta alla mafia attraverso la cooperazione, Verro ci aveva pensato cento anni fa. Cosa sono oggi le cooperative che lavorano i terreni confiscati se non l’esempio pratico di quella genialità? La cooperazione serviva anche da mutuo soccorso.
Ottengono ottimi risultati e Verro riesce a divenire primo sindaco di Corleone socialista.
Nel momento in cui ebbe potere sindacale e potere politico allora la mafia lo eliminò.
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Storie di mafia e di antimafia. 11 – Fasci e sangue, così la Sicilia si svelò militante
di Umberto Santino