Il 5 agosto 1989. Antonino Agostino, agente di Polizia alla questura di Palermo, era a Villagrazia di Carini con la moglie Ida Castelluccio, sposata appena un mese prima. La sua consorte era incinta di cinque mesi di quello che sarebbe stato il loro primo figlio. Mentre entravano nella villa di famiglia per festeggiare il compleanno della sorella di lui, un gruppo di sicari in motocicletta arrivarono all’improvviso e cominciarono a sparare.
Ai funerali di Antonino Agostino e Ida Castelluccio, tenutisi il 10 agosto 1989, erano presenti i giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Lo stesso Falcone disse ad un amico commissario, pure presente al funerale: «Io a quel ragazzo gli devo la vita».
Antonino Agostino stava indagando sul fallito attentato dell’Addaura: il 21 giugno 1989 alcuni agenti di scorta trovarono su una spiaggia dell’Addaura un borsone contenente cinquantotto candelotti di tritolo. In quella stessa spiaggia si trovava la villa di Giovanni Falcone, obiettivo del fallito attentato.
Da allora, Vincenzo Agostino, porta avanti una protesta silenziosa per conoscere tutta la verità sulla tragica fine del figlio. Vincenzo rifiuta di tagliare barba e capelli come segno di ribellione, almeno fino a quando non otterrà giustizia per quel terribile atto di violenza.
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