Il 30 agosto di 42 anni fa, nel 1982, appena 4 giorni prima di eliminare il Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la mafia uccideva Vincenzo Spinelli.
L’imprenditore, titolare di un’impresa di tessuti, la Valtiz di piazza Alcide De Gasperi, aveva deciso di denunciare chi qualche giorno prima gli aveva fatto una rapina: si trattava di Girolamo Frusteri, uno dei nipoti di Pino Savoca, parente di Masino Spadaro, boss della Kalsa, e compare di Salvatore Riina.
La rapina era arrivata alla fine di una lunga escalation seguita al rifiuto di Spinelli di pagare il pizzo, con lettere anonime e minacce di rapimento, che non erano riuscite comunque a piegare l’onestà dell’imprenditore.
Vincenzo Spinelli aveva riconosciuto il rapinatore nello stesso ristorante in cui stava cenando e l’aveva prontamente denunciato.
Ancora oggi la storia di Vincenzo Spinelli può incoraggiare tanti imprenditori e tante imprenditrici a non piegare la testa dinanzi alla prevaricazione mafiosa, perché giova sempre ricordare che cedervi significa rinunciare alla propria libertà e alla propria dignità.
La sua storia la ricordiamo oggi condividendo il video con le parole di Valeria, una delle figlie dell’imprenditore palermitano ucciso quarantadue anni fa.
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