Confermate anche in appello le condanne a diciassette anni per Salvatore Raccuglia, cinque anni e otto mesi per Giuseppe Serbino e cinque anni per Salvatore La Barbera, nel processo agli estorsori di Giovanni Sala, imprenditore di Altofonte, supportato e assistito da Addiopizzo, con cui si è costituito parte civile.
In un territorio difficile che ha da sempre rappresentato una cerniera tra gli interessi dei mandamenti mafiosi di Villagrazia di Palermo e San Giuseppe Jato, denunce come queste rappresentano delle scelte di rottura molto significative.
Il racconto di diciassette lunghi anni di minacce ed estorsioni subite dalla vittima e perpetrate da diversi esponenti di Cosa nostra del paese della provincia, le indagini di magistrati e carabinieri, hanno contribuito a riaccendere i riflettori su quanto accadeva ad Altofonte e nei confronti di molti che nel paese gestiscono attività economiche.
La storia di vessazione e di denuncia di Giovanni Sala, seppure non abbia conosciuto ribalte mediatiche, è l’emblema di ciò che sono, spesso, costretti a subire coloro che esercitano un’attività economica in provincia e soprattutto di come sia tutt’altro che scontato maturare scelte di rottura in piccoli paesi, dove tutti sanno tutto di tutti.
Per questo continuiamo ad operare nelle aree anche più periferiche del palermitano, dove la mafia ha storicamente mantenuto forte e saldo il controllo del territorio, forse più di quanto possa riuscire a fare, ormai da tempo, in città, per contribuire a creare un’alternativa per chi ancora oggi non ha maturato quella forza e quella fiducia per liberarsi dal fardello delle estorsioni.
RASSEGNA STAMPA
Diciassette anni di tormenti:
imprenditore denuncia il pizzo, 4 arresti ad Altofonte
PalermoToday.it, 22/05/2017
Estorsioni a un imprenditore di Altofonte, in 4 a giudizio
Repubblica.it, 11/01/2018
Il titolare di una cava ad Altofonte. “I soldi li chiedeva l’amico d’infanzia”
Giornale di Sicilia, 10/01/2019