Ad aprile dell’anno scorso l’arresto in flagranza, oggi la condanna per Andrea Di Matteo, uno dei tre estorsori (gli altri due erano già stati condannati) a dieci anni, nel processo nato grazie alla collaborazione di un imprenditore di Altofonte, supportato da Addiopizzo, con cui si è costituito parte civile.
Dopo diciassette lunghi anni di minacce ed estorsioni, perpetrate da diversi esponenti di Cosa nostra del paese della provincia di Palermo, dove purtroppo c’è ancora chi è costretto a piegarsi al fenomeno del pizzo, è maturata una storia di opposizione e di denuncia in un’area difficile come Altofonte. Un territorio strategico che ha sempre rappresentato una cerniera tra gli affari e gli interessi dei mandamenti mafiosi di Villagrazia di Palermo e San Giuseppe Jato, dove ancora adesso il controllo dell’organizzazione mafiosa è forte e le sacche di reticenza nel tessuto sociale ed economico rimangono profonde.
Per queste ragioni, siamo impegnati da tempo anche ad Altofonte, dove oltre a supportare chi decide di denunciare, abbiamo promosso, e continueremo a farlo, attività e iniziative di sensibilizzazione, affinché il contesto locale e le istituzioni politiche e religiose, siano concretamente vicine a chi matura la forza e il coraggio di opporsi a Cosa nostra.
Non si può infatti pretendere che chi esercita un’attività economica denunci se l’ambiente in cui vive e lavora rimane indifferente.
L’appello va quindi a tutti i cittadini per bene di Altofonte che rappresentano la maggioranza del paese e a cui chiediamo di stare vicini, senza indugi e ipocrisie, a chi ha avuto la dignità e il coraggio di rompere il muro dell’omertà.
Negli anni, l’incessante azione delle forze dell’ordine e della magistratura ha inferto colpi molto pesanti a Cosa nostra, anche nel territorio di Altofonte. Se a tale lavoro non seguirà però un atto di responsabilità e di impegno da parte di tutti, il rischio di fare passi indietro è concreto.
Vogliamo sostenere il vento di cambiamento che da tempo soffia anche nelle periferie della provincia di Palermo, dove la mafia ha storicamente mantenuto forte e saldo il controllo del territorio, forse più di quanto possa riuscire a fare, ormai da tempo, in città. Abbiamo bisogno però del contributo di tutti i cittadini che hanno a cuore il bene della comunità in cui vivono.
RASSEGNA STAMPA:
Diciassette anni di tormenti:
imprenditore denuncia il pizzo, 4 arresti ad Altofonte
PalermoToday.it, 22/05/2017
Estorsioni a un imprenditore di Altofonte, in 4 a giudizio
Repubblica.it, 11/01/018