A trentaquattro anni dalla lettera “Al Caro estorsore” di Libero Grassi, Addiopizzo presenta la nuova App del consumo critico antiracket “Pago chi non paga”

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4 Gennaio 2025

Il 10 gennaio 1991 Libero Grassi denunciava sulle pagine del Giornale di Sicilia i suoi aguzzini con la lettera al “Caro estorsore”. A 34 anni da quella vicenda anche se c’è chi continua a pagare le estorsioni, la scelta di denunciare oggi non solo è possibile ma non ha nemmeno bisogno del clamore mediatico a cui fu costretto Libero Grassi

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In occasione di questa ricorrenza Addiopizzo ha presentato venerdì 10 gennaio la nuova App del consumo critico antiracket “Pago chi non paga”, realizzata grazie al sostegno dei fondi dell’8×1000 della Tavola Valdese.

Di mattina, alle ore 10.30, presso la sede dell’Associazione, in via Lincoln 131, si è svolta la presentazione, dove hanno preso parte all’iniziativa gli studenti dell’Istituto tecnico industriale “Vittorio Emanuele Terzo”, Marco Romano, direttore del Giornale di Sicilia e in cui interverranno Massimo Mariani, prefetto di Palermo, Francesca Mazzocco, magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, Maria Grazia Nicolò, Commissario nazionale antiacket, Tano Grasso, presidente onorario Federazione nazionale antiracket, Alice e Davide Grassi.

 

 

 

 
 
 
 
 
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La nuova App è stata presentata anche alle 20,30 presso la pizzeria “Dolce rosso pizza” di Capaci (Pa), un’ occasione per fare consumo critico a sostegno dei titolari del ristorante che in passato sono stati oggetto di minacce e tentativi di estorsione denunciati con il sostegno di Addiopizzo. Non si può infatti chiedere a commercianti e imprenditori di opporsi al fenomeno del racket delle estorsioni se il contesto sociale resta indifferente.

La nuova App permette di individuare tramite geolocalizzazione tutti gli operatori economici che fanno parte della rete dell’Associazione, che potranno essere ricercati anche per categoria merceologica o per quartiere. Una guida digitale al consumo critico per dispositivi Ios e Android finalizzata a rafforzare la rete di protezione sociale attorno a chi non paga le estorsioni. Un’ulteriore possibilità per consentire ai cittadini di fare la propria parte attraverso la pratica dei consumi e allargare la rete di solidarietà attorno a chi sceglie di non piegarsi alle logiche del racket di estorsione.

I processi celebrati negli ultimi due decenni a Palermo grazie al lavoro di magistrati e forze dell’ordine e con l’ausilio del terzo settore raccontano che a Palermo sono maturate centinaia di denunce di operatori economici che si sono opposti a Cosa nostra. Tuttavia se si vuole imprimere una svolta decisiva per superare fenomeni di criminalità organizzata ed estorsivi, occorre che la politica investa per risanare le profonde sacche di povertà che investono le periferie della città e che generano fenomeni di devianza e di illegalità diffusa. Territori e quartieri dove diritti fondamentali come quello alla casa, al lavoro, all’istruzione e alla salute restano un miraggio per molti.

Non ci si può più affidare soltanto al lavoro di magistrati e forze dell’ordine ma è necessario che chi governa e amministra crei un’alternativa sociale ed economica a Cosa nostra che nelle periferie con le sue attività illecite costituisce oramai un ammortizzatore sociale.

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I Numeri

Denunce
Nel 2024 abbiamo accompagnato a denunciare 11 operatori economici di Palermo e provincia (di cui due per usura). Su alcune di tali vicende si attendono gli esiti investigativo-giudiziari.

Processi
Nel 2024 abbiamo preso parte a 11 processi dove assistiamo 23 vittime (tutte denuncianti e costituite parte civili). Quattro dei dodici processi sopra citati si sono aperti nel 2024 (gli altri già pendenti tra il primo e il
secondo grado di giudizio) e hanno visto la costituzione di parte civile di 6 vittime che hanno denunciato.

RASSEGNA STAMPA

Giornale di SiciliaAddiopizzo lancia l’app contro il racket

Giornale di Sicilia – L’app che mette a posto.. gli estorsori

Live Sicilia – Una “mappa” di chi si oppone alla mafia: i mille che non pagano il pizzo

la Repubblica PalermoIl cappio del racket su imprese edili e commercianti. Denuncia uno su cento.

AnsaPago chi non paga, una app Addiopizzo sul consumo critico

TG2 Rai News Servizio 09/01/2025 ore 20.30

Palermo Today –  Ecco l’app per il consumo critico: “Non si paga più il pizzo per paura ma per convenienza”

TGSServizio 10/01/2025 ore 13.30

TG2 Rai News Servizio 10/01/2025 ore 13.00

Palermo Live“Pago chi non paga”, l’app che premia chi dice no al pizzo – VIDEO

TGR Regione Servizio 10/01/2025 ore 19.00

AvvenireL’app che spinge i consumi anti-pizzo

Avviso PubblicoPago chi non paga. Da Addiopizzo una app per rilanciare l’unità del movimento antiracket

Libera InformazioneAddiopizzo presenta la nuova App del consumo critico antiracket “Pago chi non paga”

La Sicilia“Pago chi non paga”, una app Addiopizzo sul consumo critico

Live SiciliaRacket e consumo critico: a Palermo nasce la App di Addiopizzo

TRMLa nuova app di AddioPizzo a 34 anni dalla lettera di Libero Grassi al Giornale di Sicilia

la Repubblica PalermoTroppi imprenditori pagano il pizzo. Ma non è solo paura, c’è ancora tanta voglia di mafia

Giornale di Sicilia.it  Consumo critico in Sicilia, nasce l’App di Addiopizzo: guida dei locali che non si piegano al racket

Palermo TodayLa mappa dei locali che non si piegano al racket delle estorsioni, Addiopizzo lancia un’app

 

La storia di Libero Grassi. La sua vita familiare e imprenditoriale, le sue denunce e la sua ribellione ricostruite con i racconti dei figli Alice e Davide e del nipote Alfredo. 

 

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