A seguito degli arresti che, la scorsa settimana, hanno decimato le cosche dei rn<strong>quartieri Noce e San Lorenzo</strong>, il Comitato Addiopizzo ha deciso rndi rivolgersi direttamente ai commercianti taglieggiati, resi noti dalle cronache. rn<p>Ha, infatti, inviato loro una lettera con la quale li invita a fare una scelta rn che oggi, a differenza di 16 anni fa – quando Libero Grassi si ribellò rn da solo – è meno difficile di allora.</p>rn<p><strong>Dire no ai propri estorsori è possibile, perché il contesto rn sociale di Palermo è cambiato</strong>: quasi 10.000 cittadini-consumatori rn si sono resi disponibili a sostenere, con i propri acquisti, chi non paga il rn pizzo. Più di 164 commercianti, inoltre, hanno già deciso di uscire rn allo scoperto e di rendersi gli attori principali della campagna “Contro rn il pizzo, cambia i consumi”.</p>rn<p>E, cosa ancora più importante, la Procura e le forze dell’ordine rn continuano a ribadire con forza di essere assolutamente in grado di tutelare rn chiunque decida di dire “Basta!”.</p>rn<p>A questo punto, manca soltanto la voglia di riscatto di quanti, finora, hanno rn solo subito in silenzio. <strong>Forza! Noi tutti siamo con voi!</strong>
A trentaquattro anni dalla lettera “Al Caro estorsore” di Libero Grassi, Addiopizzo presenta la nuova App del consumo critico antiracket “Pago chi non paga”
Il 10 gennaio 1991 Libero Grassi denunciava sulle pagine del Giornale di Sicilia i suoi aguzzini con la lettera al...