In merito alle dichiarazioni rilasciate dalla Dottoressa Silvana Saguto al quotidiano la Repubblica di Palermo, Addiopizzo precisa che non ha mai suggerito persone che potessero gestire beni sequestrati e confiscati né tantomeno ha mai ricevuto richieste in tal senso. Ci sono soltanto stati occasionali momenti di interlocuzione legati al ruolo istituzionale ricoperto dalla Dottoressa Saguto.
A proposito dell’inagine della procura di Caltanissetta ribadiamo quanto già rappresentato in passato:
Ciò che emerge dalle indagini della Procura di Caltanissetta desta sgomento e vergogna.
Ci auguriamo che si faccia piena luce perché è in gioco la tenuta e la credibilità del lavoro di tante persone impegnate contro le organizzazioni mafiose. Nel frattempo però si operi senza indugiare, come abbiamo ribadito in diverse circostanze, affinché si riduca l’eccessiva durata dei tempi del processo di prevenzione.
Continua infatti a trascorrete troppo tempo tra il sequestro e la confisca e se chi amministra non ha anche competenze imprenditoriali, si rischia di provocare il deperimento del bene con la perdita di molti posti di lavoro.
Anche per questo motivo per la gestione di aziende sequestrate, laddove le cooperative non siano nelle condizioni di farsene carico, occorre dare centralità a chi ha competenze manageriali, necessarie per preservare e far crescere, se ci sono le condizioni di mercato, il bene sequestrato.
È inoltre fondamentale l’attuazione dell’albo degli amministratori giudiziari individuati attraverso criteri di competenza e rotazione anche per evitare cumuli spropositati di incarichi.
Anche se non sarà facile ripartire la politica e il CSM devono agire in tempi rapidi perché occorre ricreare fiducia, autorevolezza e credibilità oggi minati da ciò che è accaduto.
(15/09/2015)