Oggi non abbiamo nulla da festeggiare. Avremmo gioito se prima di spirare Totò Riina avesse mostrato segni di pentimento o avesse rivelato le verità che ancora oggi aspettiamo su una stagione piena di misteri.
Semmai proviamo rammarico nel pensare che c’è chi oggi tira un sospiro di sollievo, perché il proprio nome, da complice eccellente di Cosa Nostra, non sia venuto a galla.
Oggi invece continuiamo a lavorare. La nostra azione continua strada per strada, bottega per bottega, scuola per scuola, per riaffermare i principi di legalità e i diritti sociali per i nostri cittadini.
Riina è morto in carcere. Cogliamo quindi questa ulteriore occasione per ringraziare le forze dell’ordine e i magistrati, che in carcere ce lo hanno mandato e che oggi, con grande spirito di dedizione, si impegnano per impedire che altri, nel suo nome, ricostruiscano la cupola di Cosa nostra.
RASSEGNA STAMPA