Arrivano le prime condanne per gli autori del “Grande passo” nel mandamento di Corleone.
Dopo gli arresti avvenuti un anno e mezzo fa da parte dei carabinieri del gruppo di Monreale e della procura di Palermo che avevano inferto un duro colpo al mandamento di Corleone, arrivano le condanne emesse dal gip Ricciardi nei confronti dei sette imputati. Palazzo Adriano, Chiusa Sclafani e Corleone i principali territori dai quali provengono i soggetti condannati per associazione mafiosa ed estorsione.
Cambiano i personaggi ma il modus operandi e gli affari di Cosa nostra rimangono quelli di sempre. È una metamorfosi che lascia inalterati tradizione e cliché mafiosi in paesi che seppure non siano al centro delle cronache quotidiane, sono luoghi in cui la criminalità organizzata continua a essere forte.
Tra le vittime anche un imprenditore edile, costituito parte civile e supportato da Addiopizzo, che qualche anno fa fu taglieggiato in occasione di due lavori realizzati tra Palazzo Adriano e Filaga e che dopo collaborò con gli organi inquirenti.
Negli ultimi anni nel territorio del mandamento corleonese abbiamo aiutato e stiamo supportando diversi imprenditori e commercianti che hanno maturato il coraggio di opporsi al fenomeno estorsivo. Alcune di queste storie di denuncia sono note, altre ancora no ma rappresentano sicuramente un segno positivo di come il muro di Cosa nostra e dell’omertà vacilli in maniera seria anche nel palermitano.
RASSEGNA STAMPA
Mafia e racket, condannati i nuovi boss di Corleone: 12 anni per l’ex impiegato comunale
Palermotoday.it, 23/02/2016