I bambini che vivono nelle periferie delle città siciliane hanno meno opportunità dei loro coetanei che vivono nelle stesse condizioni nel resto d’Italia. Svantaggi che si traducono in enormi passi indietro nello studio, nell’accesso alle attività sportive e in tutte le opportunità socio-educative. Lo racconta il rapporto “Fare spazio alla crescita” di Save the children, in occasione del lancio della nuova campagna di sensibilizzazione “Qui vivo” che vuole, appunto, mettere al centro dell’attenzione i bambini e gli adolescenti che vivono nelle periferie geografiche, sociali e educative nel nostro Paese.
La campagna si svolge in diverse città italiane. C’è anche il quartiere Zen 2 di Palermo, dove da tempo è attivo uno dei “punti luce” di Save the children.
Spazi tolti alla mafia
Il riutilizzo dei beni confiscati può rappresentare un’opportunità per realizzare luoghi di crescita per i più giovani in contesti svantaggiati. Ma i beni effettivamente attivi per scopi educativi e sociali destinati ai minori sono ancora pochi. A Palermo, per esempio, su 7.219 beni confiscati alla criminalità organizzata, solo 64 sono quelli attualmente utilizzati per scopi educativi o per servizi dedicati ai minori. A Catania, su 1.068 beni, 26 hanno questo scopo, a Messina, su 36, solo 11.