In tre – anzi, probabilmente in quattro, dato che uno degli indagati è nel frattempo è morto – hanno imposto il pizzo a Misilmeri, esercitato il loro potere mafioso sul territorio, tenuto i collegamenti con le famiglie mafiose di città e provincia. Ieri, per loro, è arrivata la condanna: 13 anni e 4 mesi per Cosimo, detto Michele, Sciarabba, considerato il capo della cosca di Misilmeri; 12 anni e 4 mesi per Alessandro Ravesi, il braccio destro del capo; 11 anni e 8 mesi per Salvatore Baimonte, il mediatore e organizzatore di incontri e braccio operativi delle estorsioni.
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Servizio TGS