Fonte: Livesicilia.it
“Per un periodo, quando di sera chiudevo il locale, mi guardavo alle spalle – racconta Antonio Cottone -. Oppure rientravo a casa con il casco in testa e restavo al telefono con mia moglie durante il tragitto. Poi, pian piano, la paura è passata. O meglio, c’è ancora, ma so di non essere solo”.