Scarica la guida: il file PDF è navigabile, l’indice contiene link diretti alle pagine interne. Vi potrai trovare, divisi per categoria, le 384 attività commerciali che hanno aderito alla campagna di Addiopizzo.
Ci siamo dati un nome che evoca un’ambizione, una speranza. Ma il nostro sperare ha un senso solo se riesce a rimanere parte attiva di una speranza collettiva.
Lasciarsi per sempre alle spalle la signoria territoriale esercitata da Cosa nostra, in modo esemplare proprio a cominciare dal pizzo, è un’impresa collettiva oppure non è. La libertà del nostro futuro è legata anche, e in modo indissolubile, alla reale venuta di questo Addio.
Addiopizzo è soprattutto un progetto, il Consumo critico antipizzo, che, adesso, vede coinvolti quasi 10.000 Cittadini/Consumatori, 384 operatori economici e 104 scuole.
Proprio nelle scuole si concentra buona parte della nostra attività: incontriamo quotidianamente studenti e molti di loro approfondiscono i temi del racket e della mafia nei Fortini della Legalità. grazie a questo lavoro, i ragazzi e le ragazze di Palermo stanno diventando sensibili a una moderna cultura antiracket.
Quest’anno insieme al direttore generale dell’ufficio scolastico regionale di Sicilia, Guido Di Stefano, abbiamo proposto a tutte le scuole siciliane di ogni ordine e grado l’impegno per un’economia etica contro il racket. L’iniziativa, che ha già raccolto diverse adesioni, è rivolta ai vari istituti, attraverso i loro consigli di circolo e di istituto, al fine di indirizzare gli acquisti sulle ditte pizzo-free e guidare i propri fornitori, richiedendo per iscritto un’autocertificazione per dichiarare “espressamente ed in modo solenne” il proprio impegno nella lotta al racket, conditio sine qua si è cancellati dalla lista dei fornitori di istituto.
Addiopizzo è anche uno dei nomi che possiamo dare a quella fragile realtà che comincia a prender piede a Palermo: le denunce di estorsione.
Come Comitato, insieme all’associazione antiracket libero Futuro, ad oggi, ci siamo costituiti parte civile in 16 processi, prestando assistenza legale gratuita a 64 imprenditori. Soprattutto abbiamo accompagnato i titolari di 16 attività economiche agli uffici della polizia giudiziaria a sporgere denuncia e altri 28 a collaborare attivamente con gli inquirenti.
Addiopizzo, letteralmente, è anche il nome del processo contro il clan di Lo Piccolo, il primo in cui il numero degli operatori economici che collaborano è superiore, sebbene di misura, a quello degli imputati per favoreggiamento a Cosa nostra.
Questo è anche il primo processo che vede, grazie alla nostra caparbia insistenza, la costituzione di parte civile dell’amministrazione Comunale.
Questi numeri, se guardiamo al recente passato, sono significativi, hanno un peso di un certo riguardo. Ma in sé e per sé ci lasciano ancora insoddisfatti.
Riconosciamo alla nostra Palermo un concreto sforzo volto al cambiamento, le riconosciamo un grande potenziale, in larghissima misura ancora da esprimere. E quindi vogliamo di più, da noi stessi, da tutti e da ciascuno.
Riconosciamo alle nostre speranze un concreto fondamento nel tessuto sociale, economico e civico nella città in cui studiamo, lavoriamo e dove vogliamo restare, resistere. Perché crediamo che, sebbene ancora fragile, la liberazione sia stata avviata. Per questo siamo convinti che fermarsi a questo punto equivale a tornare indietro.
È necessario che si riconosca, con assoluta chiarezza, che le denunce e i fatti processuali sono il solo parametro per misurare oggettivamente questo processo di affrancamento. Un criterio severo, ma l’unico che può salvaguardarci tutti dalla retorica. Se le denunce crescono esponenzialmente tutto quello che avremo fatto avrà avuto un senso, altrimenti addio ad Addiopizzo e a tutti i buoni propositi che vengono dalla camera di commercio, dalle associazioni di categoria e dalla classe dirigente, politica ed economica.
Noi abbiamo contribuito in maniera determinante alla comparsa delle prime denunce e chi abbiamo incoraggiato, sostenuto e assistito non teme di restare isolato dopo la denuncia. Chi abbiamo convinto a denunciare o a collaborare riconosce nei colleghi che si oppongono pubblicamente al pizzo e nei cittadini/consumatori che li sostengono, una rete di solidarietà dove esser accolti dopo la fine delle vicende processuali.
Questa concreta speranza va però alimentata quotidianamente.
Per le strade potete riconoscere i negozi di Addiopizzo, dal logo del consumo critico che un sempre crescente numero di operatori sceglie come vetrofania. Visitando il nostro sito potete vedere come questo numero, gradualmente, aumenti. Potete farlo leggendo con attenzione l’aggiornamento a maggio 2009 della lista pizzo-free che potete anche scaricare.
Andate in questi negozi, fatevi riconoscere come cittadini che credono in questa lotta, anche in qualità di consumatori.
I commercianti dai quali vi farete riconoscere saranno incoraggiati e sosterranno a loro volta i colleghi che vogliono affrancarsi dal condizionamento mafioso.
Se conoscete qualcuno che potrebbe aver bisogno dell’assistenza del Comitato Addiopizzo e di Libero Futuro, conservate questo numero: 333 9787396.
A questo punto… buone feste, e che l’anno nuovo possa vedere tutti noi impegnati in modo sempre più fruttuoso in questa lotta di liberazione.