Con la storia di Giovanni Sala inauguriamo una nuova rubrica che sul nostro sito racconterà periodicamente il percorso di chi, con il supporto di Addiopizzo, è riuscito a liberarsi dal fenomeno delle estorsioni.
Apriamo questo spazio con una vicenda che proviene da Altofonte, alle porte di Palermo, dove per diciassette lunghi anni Giovanni, titolare di una cava, è stato costretto a subire minacce ed estorsioni perpetrate da diversi esponenti di Cosa nostra. Diciassette lunghi anni di solitudine, soprusi e sottomissioni finché l’imprenditore edile matura la forza e il coraggio di scrollarsi di dosso il fardello del racket delle estorsioni.
Abbiamo avuto modo di supportare e condividere con Giovanni il suo percorso di ribellione fin dal momento della sua denuncia. Abbiamo, insieme, affrontato il processo che nel frattempo si è concluso e dove ha anche testimoniato. Abbiamo promosso iniziative e momenti di riflessione per sensibilizzare il tessuto sociale ed economico di Altofonte, che resta uno centri del palermitano dove il lavoro di magistrati e forze di polizia è stato e rimane fondamentale per creare le migliori condizioni per prevenire e contrastare Cosa nostra.
Oggi Giovanni è un imprenditore libero, definitivamente affrancato dal fenomeno estorsivo, che continua a svolgere la sua attività economica con successo nel suo paese di origine, Altofonte: laddove ha sempre vissuto e lavorato.
RASSEGNA STAMPA
Diciassette anni di tormenti: imprenditore denuncia il pizzo, 4 arresti ad Altofonte
Estorsioni a un imprenditore di Altofonte, in 4 a giudizio
Il titolare di una cava ad Altofonte. “I soldi li chiedeva l’amico d’infanzia”