Nell’anniversario del suo assassinio, avvenuto il 29 agosto 1991, ricordiamo ogni anno con una serie d’iniziative Libero Grassi, imprenditore che disse di no al pizzo e che, a distanza di anni, divenne il modello di nuove generazione di palermitani.
Libero amava il mare, quel mare di Palermo che solcava in barca a vela, la sua passione. Non abbassò mai la testa e non si sottomise mai alle minacce mafiose. E quando sembrò infrangersi contro il suo scoglio e naufragare, scontrandosi con l’arroganza e la violenza di Cosa nostra, proprio allora diede a tutti una lezione di dignità, coerenza e umanità. Gli anni successivi alla sua morte furono come un’onda che nasce silenziosa in alto mare e piano piano cresce, innescando una reazione a catena, per poi diventare un movimento di ribellione che spinge, sempre più forte, verso la liberazione.
È proprio quest’onda che anche noi di Addiopizzo stiamo cercando di tenere viva e alimentare, coinvolgendo anche i più giovani, in un impegno condiviso per il cambiamento.
Anche quest’anno abbiamo voluto inserire nel programma del 29 agosto “Vela per l’inclusione sociale”. Il pomeriggio ha visto i ragazzi di piazza Magione protagonisti di una veleggiata in barche d’altura, accompagnati da volontari di Addiopizzo e della Lega Navale Italiana, insieme ad Alfredo, nipote di Libero Grassi.
Giunta ormai alla sua terza edizione, “Vela per l’inclusione sociale” è parte di un percorso più ampio e di una serie di attività di educativa territoriale che svolgiamo da alcuni anni nel quartiere della Kalsa.
La nostra presenza nel quartiere ci ha portato a intraprendere un nuovo percorso con i ragazzi che vivono situazioni di degrado sociale e di povertà molto gravi. Ed è proprio questo il senso di questo nuovo impegno: partire dai giovani, dalla prevenzione e dal contrasto al disagio sociale e culturale, per favorire percorsi di inclusione e di affrancamento. Siamo infatti sempre più convinti che non è sufficiente accompagnare e sostenere commercianti e imprenditori a denunciare pizzo e soprusi, se non cerchiamo anche di eliminare quelle forme di degrado urbano e sociale che contribuiscono ad alimentare l’illegalità diffusa e il sistema di potere mafioso.