La mafia non rallenta i suoi affari durante la pandemia, dal traffico di droga la maggior parte dei proventi. Sul fronte del pizzo, aumentano le denunce nel centro di Palermo.
È quanto emerge dalla relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, illustrata dal presidente della Corte d’appello di Palermo Matteo Frasca, nel corso di una cerimonia tenuta pochi giorni fa:
Nonostante il rilevante rallentamento di tutte le attività economiche di cosa nostra nella fase più acuta dell’emergenza epidemiologica, si deve rilevare che, al contrario della mafia “militare – territoriale”, la mafia “imprenditrice” [nel senso più ampio del termine] non mostra segni di cedimento; anzi si può ragionevolmente presumere nel prossimo periodo, anche in considerazione dell’annunciato incremento del PIL nazionale, un’espansione di tutte le attività con fini di lucro [dall’acquisizione di aziende al riciclaggio in ambito nazionale ed internazionale]. Anche il traffico degli stupefacenti gestito da cosa nostra [e principale fonte di reddito di quest’ultima], nonostante il “martellamento” costante delle operazioni anti-droga, a parte un modesto rallentamento nel periodo più acuto della crisi epidemiologica, non conosce crisi, anzi appare in espansione.
Sul fronte del contrasto al fenomeno estorsivo invece “si registra un notevole incremento delle denunzie presentate dalle vittime di estorsione, – osserva il Presidente della Corte di Appello di Palermo caratterizzate dalla volontà di collaborare senza riserve con la giustizia; tale incremento, purtroppo si è manifestato a macchia di leopardo: mentre nel mandamento mafioso di Porta Nuova ben quindici imprenditori, soprattutto del settore edile, indicavano compiutamente gli autori dei reati, nel mandamento di Ciaculli – Brancaccio non una sola vittima di estorsione si è fatta avanti.”
A riguardo come movimento restiamo convinti che anche se c’è chi continua a pagare, la scelta di opporsi alle estorsioni oggi non solo è possibile, ma non ha nemmeno bisogno del clamore mediatico a cui fu costretto, suo malgrado, Libero Grassi. Purtroppo, non c’è da sorprendersi se in aree di periferia come Brancaccio, Ciaculli, Roccella e Sperone molti operatori economici non collaborino e che gli stupefacenti siano oramai diventati uno dei principali ammortizzatori sociali che assicura sopravvivenza a larghi strati sociali.
Infatti, al di là dell’incessante lavoro dell’apparato repressivo e dei sacrifici di isolate realtà scolastiche e sociali, sino a quando il diritto al lavoro resterà un miraggio per tanti, l’emergenza abitativa continuerà a crescere, la dispersione scolastica aumenterà e il diritto alla salute si assottiglierà, il vuoto ciclico creato da magistrati e forze dell’ordine continuerà ad essere inesorabilmente rioccupato da estorsioni, stupefacenti e illegalità diffusa destinati a perpetuarsi e a costituire il primo vero reddito di cittadinanza.
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