10 gennaio 1991. Libero Grassi denuncia sulla prima pagina del Giornale di Sicilia i suoi aguzzini.
L’imprenditore palermitano fa pubblicare sul quotidiano una lettera nella quale motiva razionalmente il suo no all’ennesimo ricatto estorsivo:
Volevo avvertire il nostro ignoto estortore che non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia… Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui.
L’appello venne ripreso da altri quotidiani e in televisione. Nel frattempo l’imprenditore viene contattato da Sandro Ruotolo, redattore di Samarcanda, che lo invita a RAI 3 per parlare della sua lotta condotta, purtroppo, nell’indifferenza degli industriali siciliani.
La trasmissione dell’11 aprile 1991 è fondamentale nell’iter di contrapposizione al crimine che Grassi sta conducendo, perché rende il suo caso di dominio nazionale, quale emblema civile della lotta alla mafia.
Ricordiamolo insieme sui social
Per ricordare questo evento, che secondo molti fu l’inizio della lotta contro il pizzo, domenica 10 gennaio abbiamo organizzato un’iniziativa sui social che coinvolga tutti e crei un tam-tam di messaggi positivi.
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