«Cosa nostra non è stata ancora sconfitta»: la messa in guardia all’inaugurazione dell’Anno giudiziario

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3 Febbraio 2024

Si è tenuta a Palermo, sabato 27 gennaio, la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2024. Ha avuto luogo presso la Corte d’Appello di Palermo, il cui distretto comprende i Tribunali di Palermo, Termini Imerese, Trapani, Marsala, Agrigento e Sciacca. 

Ad aprire l’evento è stata la relazione del Presidente della Corte d’Appello, Matteo Frasca, che, pur lodando la diminuzione del numero di processi pendenti e del carico di arretrato, ha, fin dall’inizio del suo intervento, puntato il dito contro la scopertura dell’organico, che nella Corte d’Appello è del 20%, ma giunge addirittura al 32% se si guarda alla Procura Generale. 

Non sono mere considerazioni di rito, ma osservazioni che hanno un riflesso diretto nella vita di tanti cittadini – che si vedono negato il diritto alla ragionevole durata del processo – finanche nella lotta alla mafia, «fenomeno criminale straordinariamente complesso», per il quale «l’inquirente quasi sempre ha il compito di operare non su un fatto storicamente esaurito – dice Frascama su una realtà in atto, tutt’altro che statica e conclusa».

Il Presidente della Corte di Appello ha sottolineato come il fenomeno «non è stato ancora debellato e conserva un forte radicamento nei territori del distretto che ne costituiscono l’epicentro, con la conseguenza che è necessario destinarvi risorse adeguate per un’efficace azione di contrasto anche in sede giudiziaria». Il giudice Frasca ha fatto riferimento esplicito alla cattura di Matteo Messina Denaro, che avrebbe dovuto far puntare i riflettori della politica sull’importanza delle risorse da destinare alla lotta alla criminalità organizzata. 

Frasca ci ha tenuto a dire la propria opinione anche sul dibattito relativo al ridimensionamento delle intercettazioni: «Affermare che […] non riguardano i reati di mafia, significa sottovalutare pericolosamente il fatto che i reati contro la Pubblica Amministrazione e principalmente la corruzione, sono diventati uno degli strumenti privilegiati da Cosa Nostra per la sua attività criminale». 

La lotta alla mafia emerge, dunque, come emergenza tutt’altro che risolta, trattandosi di un fenomeno definito nella relazione «dall’andamento altalenante», non ancora sconfitto, che «continua a esercitare il suo diffuso e penetrante controllo sulle attività economiche, imprenditoriali e sociali del territorio».

Approfondisci 
Leggi la Relazione sull’amministrazione della Giustizia nel distretto della Corte di Appello di Palermo del Presidente della Corte Matteo Frasca 

Guarda la diretta di radio Radicale:

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