Trentun anni dopo, i misteri della strage di via D’Amelio sono destinati ad aumentare. Soprattutto attorno all’agenda rossa di Paolo Borsellino. Mentre la procura di Caltanissetta e i carabinieri del Ros continuano a cercarla a casa dei familiari dell’ex capo della squadra mobile Arnaldo La Barbera, un libro rilancia un’altra verità, quella di un super testimone: «La mattina del 20 luglio, quando arrivai in procura, mi dissero che l’agenda rossa era nella stanza del collega assassinato, a cui erano stati apposti i sigilli dai magistrati di Caltanissetta».
A rivelarlo, 31 anni dopo, è un testimone davvero particolare: Salvatore Pilato, all’epoca era il magistrato di turno della procura di Palermo, che si occupò dei primi atti urgenti dopo l’esplosione in via D’Amelio, oggi è il presidente della sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei Conti. A raccogliere il racconto di Pilato è stato il ricercatore Vincenzo Ceruso che venerdì arriva in libreria con il libro “La strage. L’agenda rossa di Paolo Borsellino e i depistaggi di via D’Amelio”, edito da Newton Compton.