L’antico legame è ancora saldo. Sono cambiati alcuni interlocutori, ma i rapporti tra i clan siciliani e i “cugini” americani non si sono mai interrotti. È una storia antica che si rinnova quella raccontata dall’ultimo blitz condotto dallo Sco della Polizia e dall’Fbi, e coordinato dalla Dda di Palermo guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, che oggi ha portato al fermo per associazione per delinquere, estorsione, incendio doloso, cospirazione e turbativa d’asta di 17 persone. Dieci provvedimenti sono stati eseguiti a New York, sette in Sicilia. L’inchiesta conferma l‘esistenza di un forte asse criminale tra la storica “famiglia” americana dei Gambino e i capimafia palermitani dei clan di Partinico, Borgetto e “Torretta”, cosca, quest’ultima, coinvolta negli anni Ottanta nella cosiddetta Pizza Connection, la madre delle indagini sui rapporti tra mafie di vecchio e nuovo continente condotta da Giovanni Falcone. A tenere i contatti tra le organizzazioni sono i fedelissimi dell’italoamericano Frank Calì, detto ‘u Franki’, pezzo da novanta della famiglia Gambino assassinato nel 2019 davanti alla sua casa di Staten Island da un killer che gli ha scaricato addosso sei colpi di pistola e l’ha poi travolto fuggendo in auto.
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