Più di cento imputati divisi tra chi ha scelto di essere processato davanti al tribunale e coloro che invece hanno preferito il rito abbreviato. Decine e decine di reati contestati, dall’associazione mafiosa alle estorsioni, dalle intestazioni fittizie a carico delle cosiddette teste di legno al traffico di droga, passando per le rapine e le ricettazioni. E non mancano chiaramente nemmeno le vittime di estorsione, oltre cinquanta tra imprenditori, commercianti e artigiani che hanno subito minacce, danneggiamenti e imposizioni illecite di denaro, forniture e manodopera.
Nonostante sia una delle ultime più grandi operazioni antimafia che ha interessato il fronte occidentale della città di Palermo, il processo ai mandamenti di Resuttana e San Lorenzo prosegue a tamburo battente. Nelle ultime settimane i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo stanno chiamando a testimoniare commercianti e imprenditori che fino a poco tempo fa erano stati vessati e intimiditi.
Molte delle vittime erano state accompagnate a denunciare da Addiopizzo e Libero Futuro al nucleo investigativo dei carabinieri, alla sezione criminalità organizzata della squadra mobile e alla polizia valutaria della guardia di finanza.
Adesso per alcune di loro è arrivato il momento della testimonianza davanti al tribunale. Si tratta di imprenditori edili e del settore delle pulizie, concessionari di moto, distributori di carne e diversi altri che nel frattempo si sono costituiti parte civile assieme ad Addiopizzo e Libero Futuro. E proprio ieri mattina sono stati sentiti i titolari di una società di distribuzione di carni, che erano stati destinatari di minacce e richieste estorsive da parte della cosca mafiosa, interessata ad imporsi nel settore, scalzando le vittime dal mercato dopo reiterate pressioni e azioni di boicottaggio rivolte anche ai clienti.
Le collaborazioni prima e le testimonianze di queste settimane di diversi imprenditori e commercianti sono l’esempio migliore che dimostra, laddove ne avessimo ancora bisogno, come ci si possa affrancare dal fenomeno estorsivo senza che tale scelta comporti sovraesposizioni. Lo abbiamo affermato diverse volte, ma è bene ribadirlo con forza: adesso è il momento di distruggere il muro di omertà. Solo così, con una decisa e sentita azione popolare, riusciremo a sconfiggere il pizzo. Addiopizzo continuerà a esserci con la passione civile che ha dimostrato, con l’impegno quotidiano, con il coraggio e il senso di responsabilità verso il futuro.
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RASSEGNA STAMPA
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Ansa.it, 23/06/2014
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