Lo scorso 29 agosto, nel giorno del trentaquattresimo anniversario della scomparsa di Libero Grassi, in collaborazione con la Lega Navale Italiana, si è svolta la nona edizione dell’iniziativa “Vela per l’inclusione sociale”.
La veleggiata su barche d’altura, tra cui Ionia 97 affidata alla LNI di Catania e intitolata a Libero Grassi, ha coinvolto i giovani dei quartieri Kalsa e CEP, con i quali nel corso dell’anno operano gli educatori di Addiopizzo e del centro aggregativo San Giovanni Apostolo.
L’iniziativa realizzata grazie anche al sostegno dell’Otto per Mille della Tavola Valdese, ha visto il coinvolgimento di 50 bambini e bambine, accompagnati dai nostri educatori e Alfredo Chiodi, nipote dell’imprenditore ucciso da Cosa nostra. L’uscita in barca è parte di un lavoro più ampio e di una serie di attività e interventi di contrasto alla povertà educativa e a fenomeni di devianza che Addiopizzo svolge da tempo nel quartiere del centro storico di Palermo.
Non è infatti sufficiente accompagnare e supportare commercianti e imprenditori a denunciare intimidazioni ed estorsioni se non ci si fa carico di rimuovere le sacche di degrado urbano e sociale che contribuiscono ad alimentare fenomeni di devianza e di criminalità organizzata. In particolare dal 2015 nel quartiere Kalsa, dove è presente la sede di Addiopizzo, i volontari e gli operatori dell’Associazione operano per facilitare l’accesso a momenti e a spazi di socialità oltreché a diritti fondamentali come quello all’istruzione, alla salute, alla casa e al lavoro.
Percorsi di supporto scolastico nella sede di Addiopizzo, visite mediche e momenti di inclusione sportiva nella palestra San Basilio messa a disposizione dall’istituto scolastico comprensivo “Rita Borsellino” tesi a sottrarre da cattive strade chi vive piazza Magione.
Interventi di rigenerazione ed esplorazione urbana e attività di inclusione che sintetizzano il bisogno e il desiderio di cambiare prospettiva, di oltrepassare i confini di uno spazio che è gioia e orgoglio, ma che a volte può trasformarsi in un labirinto senza uscita per i giovani che alla Kalsa crescono e che in questo luogo si ritrovano a dover convivere con fenomeni di incuria e abbandono.
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