Richieste di condanna nel processo Metus, unica vittima denuncia con Addiopizzo parte civile

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A pochi mesi dall’apertura del processo Metus che vede imputati 12 soggetti accusati di appartenere al mandamento mafioso di San Lorenzo, di estorsione e favoreggiamento, il pubblico ministero avanza nella sua requisitoria le richieste di condanna.

Un’indagine che poco più di un anno fa aveva, in particolare, interessato le borgate marinare di Sferracavallo e Mondello, dove sarebbero stati imposti servizi di vigilanza in alcuni locali e pure le forniture di pesce e frutti di mare a diversi ristoranti. 

Nel processo la nostra costituzione di parte civile e quella dell’unico commerciante denunciante, che con l’ausilio di Addiopizzo si è liberato dal fenomeno del racket delle estorsioni. È stato grazie a un percorso di ascolto e sostegno portato avanti assieme alla vittima, che è maturata e si è consolidata la scelta di opporsi e non piegarsi alle richieste di estorsione. Una storia che conferma che si è oramai creato un sistema di tutela e supporto in grado di assicurare le condizioni migliori nei confronti di chi denuncia.

Oggi, come dimostrano le centinaia di storie di commercianti e imprenditori palermitani che hanno denunciato negli ultimi venti anni grazie anche al nostro supporto, ci si può opporre alle estorsioni.

Tuttavia se si vuole imprimere una svolta decisiva per superare fenomeni criminali ed estorsivi, occorre che la politica a vario livello investa per risanare le profonde sacche di povertà e degrado che investono la città, da cui si generano fenomeni di devianza e dove diritti fondamentali come quello alla casa, al lavoro, all’istruzione e alla salute restano un miraggio per molti.

Non ci si può più affidare soltanto al lavoro di magistrati e forze dell’ordine, ma occorre che chi governa e amministra crei un’alternativa sociale ed economica a Cosa nostra.

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