Sgomento, preoccupazione e smarrimento dinanzi alla ferocia e all’orrore di tanta violenza.
Con questi sentimenti viviamo la drammatica recrudescenza di sangue che il 12 ottobre 2025 ha colpito un giovane lavoratore, Paolo Taormina, e i suoi cari familiari. Una violenza cieca e brutale in una città – Palermo – che, dalle sue periferie fino al suo centro storico, da tempo ci interroga anche su cosa significhi davvero “sicurezza“.
Un tema negli ultimi tempi spesso invocato da molti, ma che nei fatti è rimasto affidato quasi esclusivamente al lavoro delle forze dell’ordine.
Eppure, nel 2025, in una grande realtà come Palermo investita da povertà educative ed economiche e malessere sociale gravi e diffusi, la sicurezza e la sua costruzione, benché occorre che il governo appronti più uomini e mezzi per la nostra città, non possono essere affrontati solo come una questione di ordine pubblico.
Su questo terreno, in cui, nel nostro piccolo, continueremo a fare la nostra parte, è fondamentale che la politica, a vari livelli, investa tempo, risorse e visione, e che la comunità di Palermo si unisca e si mobiliti come accaduto negli anni bui delle stragi, per risanare le profonde sacche di degrado che, soprattutto nelle periferie, contribuiscono a generare e alimentare fenomeni di violenza.
Perché senza questo impegno strutturale dove le famiglie devono ritornare ad essere uno degli snodi centrali la spirale di violenza è destinata a perpetuarsi.
E nemmeno la presenza dell’esercito potrà arginarla.
A questo proposito parteciperemo il prossimo 1 dicembre alle ore 15:30 al Teatro della Parrocchia di San Filippo Neri del quartiere Zen di Palermo agli Stati generali per l’infanzia e l’adolescenza di cui condividiamo e invitiamo a diffondere il documento lanciato nei giorni scorsi.




