La famiglia Spartà: una storia di coraggio contro il metodo mafioso

da

22 Gennaio 2025

Il 22 gennaio 1993, all’interno di un ovile nelle campagne di Randazzo, un comune alle pendici dell’Etna, vennero uccisi a colpi di fucile Antonino Spartà e i suoi due figli, Pietro Vincenzo e Salvatore.

I tre pastori avevano deciso di reagire ai soprusi e all’imposizione di “regole” da parte della famiglia più potente del paese, quella dei Sangani. Si rifiutarono, infatti, di pagare il pizzo per la restituzione di un autocarro che era stato loro rubato. Poi, con una telefonata anonima ai carabinieri, fecero arrestare i fratelli Sangani mentre smontavano automobili rubate nelle vicinanze del loro ovile.

Dopo un breve periodo di carcerazione, i Sangani commisero il triplice omicidio, un segnale chiaro per chiunque osasse mettersi contro. A causa della carenza di elementi probatori, il delitto rimase impunito fino al 1999, anno in cui Rita Spartà, figlia e sorella delle vittime, all’apice di una battaglia mediatica iniziata due anni prima nel “Maurizio Costanzo Show”, e grazie anche al sostegno della Federazione Nazionale Antiracket Italiana di Tano Grasso, ottenne la riapertura delle indagini.

Gli assassini, Oliviero e Salvatore Sangani, furono condannati all’ergastolo, pena confermata dalla Cassazione solo per uno di loro.
La storia degli Spartà ci ricorda quanto sia fondamentale fare rete per non lasciare solo chi si oppone al metodo mafioso. Soltanto una risposta coesa e repentina di tutti gli attori sociali e istituzionali può proteggere la vittima e salvaguardarne la libertà.

 

5x1000 Addiopizzo
Rete imprese PIZZO-FREE
addiopizzo travel
addiopizzo store

ARTICOLI RECENTI

tutte le news >