Calogero Zucchetto è stato uno dei servitori dello Stato morto per mano mafiosa. Era un giovane poliziotto di Sutera, arrivato a Palermo per occuparsi di criminalità organizzata in un momento particolarmente difficile e pericoloso. Negli anni ’80 entrò a far parte della squadra mobile per occuparsi più da vicino del fenomeno mafioso. Lavorò fianco a fianco con Ninni Cassarà. Conseguirono, insieme, diversi grandi risultati. Importante, infatti, il suo contributo per la stesura del famoso rapporto “Michele Greco + 161”, un documento unico che conteneva i nomi dei mafiosi, da Michele Greco, Riina, da Provenzano a Badalamenti, da Buscetta a Prestifilippo e molti altri che in quel momento storico costituivano la struttura decisionale e operativa di Cosa nostra.
Calogero, conosciuto anche come Lillo, non aveva paura della mafia e più volte girava per la città di Palermo, anche da solo, a Ciaculli, quartiere comandato da Michele Greco, per osservare i movimenti in quella zona.
Questo suo modo di vivere il ruolo di poliziotto gli costò però carissimo. Il 14 novembre del 1982, infatti, durante un suo solito giro nei pressi di via Notarbartolo, i due killer della mafia Pino Greco e Mario Prestifilippo lo uccisero. Calogero Zucchetto aveva solo 27 anni e pagò con la propria vita il suo desiderio di sradicare il fenomeno mafioso.
Il suo sacrificio non fu vano dato che il suo lavoro e le indagini condotte da Ninni Cassarà, anche lui vittima di Cosa Nostra nel 1985, serviranno a conoscere e comprendere più in profondità il fenomeno mafioso.