Da tempo l’associazione è impegnata su diversi comuni della provincia di Palermo come quelli interessati dalle indagine di oggi condotta dai carabinieri del gruppo di Monreale e dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo siciliano.
È trascorso quasi un anno da quando Addiopizzo in stretto raccordo con l’Arma e la Procura, ha seguito e supportato passo dopo passo il percorso di collaborazione di operatori economici estorti da esponenti mafiosi del mandamento di San Giuseppe Jato.
Non è stato e non è facile convincere commercianti e imprenditori a denunciare in territori periferici come quelli del Palermitano dove Cosa nostra continua a esercitare un forte controllo del territorio e di alcuni settori dell’economia servendosi di metodi tipicamente mafiosi e violenti.
Non a caso l’associazione palermitana intende proseguire come sta facendo da tempo la sua attività di sensibilizzazione, prevenzione e contrasto al racket delle estorsioni e all’organizzazione mafiosa anche nel territorio della provincia di Palermo, specie in mandamenti importanti come quello di San Giuseppe Jato, Corleone e Bagheria. Territori difficili ma importanti dove Addiopizzo sta seguendo da tempo numerosi imprenditori e commercianti che hanno intrapreso significativi percorsi di denuncia, a dimostrazione che anche in tali aree si può resistere alle estorsioni.
Il nostro movimento continuerà a sostenere il vento di cambiamento che, da qualche tempo, soffia, grazie al lavoro prezioso di forze dell’ordine e magistrati, anche nelle periferie della provincia di Palermo, dove la mafia ha storicamente mantenuto forte e saldo il controllo del tessuto sociale ed economico, forse più di quanto possa riuscire a fare, ormai da tempo, in città.