Stamattina nel processo alle famiglie mafiose di Uditore e Passo di Rigano ci siamo costituti parte civile insieme all’unico imprenditore denunciante che con l’ausilio di Addiopizzo si è opposto al fenomeno del racket delle estorsioni.
A pochi mesi dalle indagini e dall’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare si apre, infatti, il processo nei confronti di ventidue soggetti imputati a vario titolo di appartenere alle famiglie mafiose di Uditore e Passo di Rigano, di estorsione e intestazione fittizia.
L’udienza segna una tappa importante nell’azione di contrasto a Cosa Nostra, poiché ricostruisce anni di pressioni, intimidazioni e richieste di “pizzo” rivolte a commercianti e imprenditori della zona, costretti a vivere sotto la costante minaccia di ritorsioni.
La costituzione di parte civile della vittima, accompagnata da Addiopizzo, rappresenta un fatto significativo che matura dopo reiterati soprusi a seguito dei quali l’imprenditore aveva deciso di rompere il muro della paura e denunciare le estorsioni subite. La sua scelta non è stata solitaria: ad accompagnarlo nel percorso c’è Addiopizzo che testimonia come, accanto all’intervento repressivo di magistrati e forze dell’ordine, sia possibile costruire una rete sociale capace di spezzare l’isolamento delle persone colpite dalle pretese criminali.
Il processo, destinato a proseguire nei prossimi mesi, racconta tuttavia che l’impegno contro Cosa nostra non si gioca soltanto nelle aule di tribunale, ma anche nella capacità dei cittadini di unirsi, riconoscersi e sostenersi a vicenda.
Rassegna stampa:
Giornale di Sicilia – Mafia all’Uditore, sentiti 22 imputati



