Nei giorni scorsi abbiamo ospitato nella nostra sede, bene confiscato alla mafia, una scolaresca del liceo Marconi di Chiavari in provincia di Genova, composta da una quarantina di ragazzi e ragazze del quinto anno.
Fin dall’arrivo, i ragazzi sono stati accolti dalla nostra operatrice Noemi Di Franco, che ha introdotto la storia del movimento, la rete di consumo critico “Pago chi non paga”, le attività di inclusione sociale alla Kalsa e il significato del messaggio: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Attraverso un dialogo aperto e diretto, gli studenti hanno potuto conoscere il percorso che ha portato molti cittadini e imprenditori a ribellarsi alle estorsioni, spesso affrontando paure, minacce e lunghi processi.
Le testimonianze, raccontate con semplicità ma anche con grande forza emotiva, hanno messo in luce come la scelta di dire “no” alla mafia non sia un gesto isolato, bensì un atto che diventa possibile grazie alla rete di sostegno offerta dalla comunità. I volontari hanno mostrato documenti, filmati e materiali storici che raccontano anni di impegno a partire dalla ribellione di Libero Grassi, stimolando negli studenti un confronto sincero sulle responsabilità personali e collettive.
Molte domande hanno riguardato il ruolo dei giovani e il modo in cui ciascuno possa contribuire, nel quotidiano, alla costruzione di una società più giusta. È emersa una forte curiosità, accompagnata dal desiderio di non rimanere spettatori passivi. L’incontro si è concluso con un invito a trasformare l’indignazione in partecipazione attiva: scegliere chi sostenere, quali comportamenti adottare, come valorizzare chi, ogni giorno, lavora per liberare il territorio da ogni forma di sopruso. Un momento di crescita condivisa che ha lasciato negli studenti la consapevolezza che il cambiamento inizia anche dai loro gesti.
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