Educare alla bellezza è il titolo delle attività di esplorazione urbana e culturale che coinvolgono molti minori della Kalsa di Palermo con cui operiamo nel corso dell’anno per prevenire e contrastare fenomeni di devianza e di disagio giovanile.
Per quaranta bambini e bambine del quartiere con cui gli operatori e i volontari di Addiopizzo sono impegnati con attività di inclusione sociale la giornata di ieri è stata un meraviglioso momento all’insegna e alla scoperta della natura e degli animali.
Un sabato non ordinario grazie all’incontro con la splendida realtà della “Fattoria di Gabri”, un luogo in cui l’amore per gli animali e la natura si intreccia con la passione e le competenze degli educatori della cooperativa sociale Sicilia Bedda, impegnata in attività assiste rivolti a minori.
Accompagnati dagli operatori e dai volontari di Addiopizzo, appena giunti alla fattoria didattica le bambine e i bambini sono stati accolti dalle educatrici del centro in un paesaggio suggestivo alle colline di Baida.
Una giornata fatta di momenti entusiasmanti in cui i giovani della Kalsa hanno riscoperto il linguaggio dimenticato dei sensi. Qui l’apprendimento non passa dai libri, ma dal respiro della vita: accarezzare e dare da mangiare agli animali. Ogni gesto è un abbraccio alla realtà. In questo luogo dove la natura insegna senza giudicare, i bambini e le bambine si riconciliano con il mondo: imparano che la conoscenza può avere il colore dell’erba, il profumo del fieno e la morbidezza del pelo degli animali.
Così, tra una carezza a un asino, la preparazione del cibo per le capre, la raccolta delle uova nel pollaio e una risata condivisa, nasce un sapere che non si misura in voti, ma in meraviglia.
Tante scoperte che hanno avuto anche il significato di un’ulteriore occasione di socializzazione e di crescita esperienziale dove i bambini e le bambine hanno potuto osservare, toccare, sperimentare e comprendere il valore della natura.
L’iniziativa è realizzata grazie al sostegno di QuattroPuntoZero e dell’8×1000 della Tavola Valdese.
Foto a cura di Roberta Moschiera
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