Quando Irene, ballerina professionista palermitana, ha dovuto interrompere la sua carriera a causa di un infortunio, avrebbe potuto cedere allo sconforto e abbandonare quel mondo. Invece ha scelto di restare nella danza, ma da un’altra prospettiva: quella delle mani che disegnano cartamodelli e li trasformano in tessuti, pieghe e movimenti.
Dalla sua esperienza di ballerina e modellista e dall’incontro con il compagno Roberto avvenuto mentre viveva fuori dalla Sicilia, è nata prima un’impresa di sartoria con il marchio Irene Correnti Danza, a Misilmeri, e poi Mirì, il nuovo negozio aperto in Corso Calatafimi 176 a Palermo. Dal laboratorio di Misilmeri i loro abiti raggiungono scuole, teatri e palcoscenici in tutta Italia e all’estero, grazie a un e-commerce tra i più riconosciuti nel settore. Ma con Mirì i due hanno scelto di ricucire il filo con la città dove vivono ormai da quindici anni e dove hanno messo radici.
Il nome Mirì è un acronimo di famiglia — Miele, Ian, Roberto e Irene — e racconta già l’essenza del progetto: un’impresa costruita con amore, dedizione e legame con il territorio.
Dietro le vetrine di Mirì si trovano tutù, body, costumi di scena, abbigliamento per fitness, yoga e pilates, ma anche una linea in biocotone e capi streetwear realizzati da artigiani e piccoli produttori italiani, nella convinzione che il “fatto a mano” sia un valore da preservare in un mondo sempre più omologato.
A dare ancora più forza a questo percorso è la recente adesione di Mirì alla rete di Addiopizzo. «È stata una delle prime cose che abbiamo fatto — racconta Irene — perché avviare un’attività a Palermo significa anche prendersi la responsabilità di affermare con chiarezza da che parte stai».
Dietro questa scelta c’è la consapevolezza di quanto possa essere difficile fare impresa onesta nel territorio, ma anche la volontà di cambiare le cose con l’esempio: «Per anni ho rimandato l’apertura di un negozio qui per paura — confessa Irene — ma oggi sento che è il momento di credere nella nostra città».
Il loro approccio al lavoro è fondato sull’ascolto e sulla personalizzazione: «Abbiamo un catalogo di centinaia di modelli — spiegano — ma ciò che conta davvero è capire chi abbiamo davanti. Ogni abito deve raccontare chi lo indossa».
Nel loro lavoro non c’è solo ricerca, competenza e tecnica, ma un profondo senso di cura e rispetto. Una filosofia che si riassume nel motto dell’azienda: Spring yourself, un invito a rinnovarsi ogni giorno.
Quando gli abiti e i costumi di Mirì danzano sui palchi di tutto il mondo lo fanno portando con loro un messaggio più grande: che anche a Palermo si può costruire un futuro fatto di creatività, rispetto e responsabilità.
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