A poco più di un anno dalle indagini e dall’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare si è concluso, in primo grado, con il rito abbreviato, il processo nei confronti di due dei tre imputati per le estorsioni ai danni di un commerciante che operava nel comune di Ciminna, in provincia di Palermo. Addiopizzo si è costituita parte civile accanto alla vittima che, sostenuta dall’Associazione, ha trovato la forza e il coraggio di opporsi al racket delle estorsioni.
Tutto è cominciato lo scorso anno, a luglio del 2024, quando un commerciante della provincia di Palermo ha trovato la forza di rompere il silenzio e contattarci per essere supportato. Da tempo subiva pressioni, minacce e richieste di denaro. Gestiva un bar tabacchi a Ciminna.
L’uomo ha deciso di chiedere aiuto, contattando Addiopizzo. Da quel momento è iniziato un percorso difficile ma necessario: un cammino fatto di ascolto e sostegno con l’Associazione. Grazie al suo coraggio, al supporto di Addiopizzo e lavoro di carabinieri e magistrati, in poco tempo è stato possibile ricostruire episodi estorsivi e minacce che tenevano il commerciante sotto ricatto.
Le indagini hanno portato all’arresto di tre persone. Per due di loro, il processo si è concluso, a poco più di un anno di distanza, davanti ai giudici del Tribunale di Termini Imerese.
Durante il processo, la vittima ha trovato la forza di testimoniare, ripercorrendo in aula i momenti più duri: le richieste di denaro, le minacce di far “saltare la casa” dopo aver “capitato un po’ – le parole intercettate degli imputati – di polvere, qualche cinque chili e delle armi da fuoco”. Parole che pesano come pietre, ma che non sono riuscite a spegnere la determinazione di chi ha scelto di reagire.
La testimonianza di questo commerciante ha un valore che va oltre il singolo caso. Nei territori dell’entroterra palermitano, dove Cosa nostra ha mantenuto nel tempo un controllo radicato, denunciare non è mai semplice. Ogni gesto di ribellione, è un atto che rompe l’isolamento e apre una breccia nel muro dell’omertà.
Una vicenda che conferma come il contributo degli operatori economici resta fondamentale affinché il lavoro prezioso di organi investigativi e autorità giudiziaria possa conseguire, ancora più velocemente, ulteriori risultati come quelli che emergono dal processo di oggi.
RASSEGNA STAMPA
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