L’8 gennaio 1993 veniva barbaramente assassinato dalla mafia Giuseppe Aldo Felice (meglio noto come Beppe) Alfano, professore di educazione tecnica, giornalista per passione.
Era nato il 4 novembre 1945 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME), che fu il centro della sua attività giornalistica. Svolse il proprio mestiere lavorando tra radio e televisioni private, finanche nei giornali. La sua passione era raccontare la sua terra senza filtri, con tutte le sue contraddizioni, mafia in primis, con i suoi intrecci con la politica.
Finì ben presto a scontrarsi con gli interessi della mafia barcellonese, incentrati dapprima su contrabbando di sigarette e traffico di droga, per poi passare agli appalti, in particolare quello per il raddoppio della linea ferroviaria e per la costruzione dell’autostrada Palermo-Messina.
Alfano concentrò la propria attività di giornalista investigativo sull’appalto per il raddoppio ferroviario e sui contributi al settore dell’agricoltura. Il giornalista, inoltre, aveva fiutato la presenza a Barcellona del boss latitante catanese Nitto Santapaola e l’ultimo fronte di investigazione da lui condotto fu quello di una loggia massonica composta da rappresentanti delle istituzioni e mafiosi.
Per l’omicidio di Alfano venne condannato Nino Merlino, uno dei killer della cosca barcellonese, ma non vennero mai alla luce i reali mandanti dell’omicidio, per trovare i quali sono ancora in corso le indagini.