Nelle scorse settimane sono riprese le attività di inclusione socio sportiva nella palestra San Basilio della scuola Ferrara di piazza Magione di Palermo. Ben 35 i bambini di età compresa fra 7 e 15 anni che quest’anno fanno parte del gruppo impegnato in attività e percorsi di socialità previsti “dentro e fuori” il quartiere Kalsa di Palermo.
«Spesso arrivano carichi di stanchezza, di rabbia, responsabilità che a questa età non dovrebbero avere. È bello vedere come ragazzini provenienti da fasce sociali molto diverse con un pallone ai piedi possono superare le loro differenze, sentirsi tanto vicini come al di fuori non sarebbero. E fanno tutto questo senza neppure rendersene conto», dice Paola Catania che, assieme a Noemi Di Franco, è una delle nostre operatrici.
L’allenatore, Francesco Catania di Vivi Sano ONLUS, ha avuto esperienza anche in società sportive: «Quella che seguiamo qui è un’impostazione molto diversa, perché il fine ultimo delle attività, più che professionalizzarli, è insegnare loro a stare bene insieme e trasmettere loro valori per mezzo dello sport. E poi è sempre bello vedere dei ragazzi che si divertono».
A giocare sono bambini di tutte le fedi calcistiche che intervallano le varie attività a colpi di “Chi non salta…”, che cominciano a correre e a fare tiri in porta prima ancora che arrivi l’allenatore, che non riescono a star fermi un attimo, che cadono e per questo piangono, si rialzano e ricominciano a correre dopo pochi secondi, che gridano al fallo e si tolgono la maglia, che abbracciano il compagno avversario quando fa una bella azione.
Giuseppe Sicomero ha 15 anni ed è il più grande del gruppo. È oramai un veterano dato che frequenta e svolge le attività dal 2019 ed è quello che più si sente responsabile nei confronti del gruppo: «Mi rapporto con loro come se fossero i miei fratelli o i miei cugini più piccoli».
Il dialogo, il confronto e la condivisione di esperienze di questo genere creano un patrimonio comune e contribuiscono ad alimentare una tensione positiva tra i ragazzi che spesso non ricevono stimoli sufficienti per sperimentare se stessi e mettere in gioco tutta la creatività e l’immaginazione che dentro possiedono.
Il senso del lavoro di inclusione sociale che alla Kalsa ci vede impegnati da molti anni è proprio quello di condividere con bambini e ragazzi del quartiere momenti e spazi di socialità che li sottraggano alle cattive strade in un contesto che può trasformarsi in un labirinto senza uscita per chi qui cresce e si trova a dover convivere con fenomeni di degrado e di illegalità diffusa.